Shinkansen

Il mondo è in pieno sviluppo e il progresso ogni anno sembra regalarci tecnologie sempre più avanzate, in grado di abbattere barriere che un tempo sembravano invalicabili. Basti pensare al settore dei trasporti. Nel passato per fare pochi chilometri si impiegavano ore e ore, se non addirittura dei giorni, mentre oggi basta salire su un aereo o, nel caso del Giappone, di un treno ultra veloce, per raggiungere in pochissimo tempo distanze ingenti.
La terra del Sol Levante è da tempo considerata patria dell’ordine, dell’efficienza e dello sviluppo tecnologico e ne abbiamo la prova grazie a una serie infinita di dispositivi elettronici, prodotti in Giappone, ma anche grazie a progetti più consistenti, che ogni giorno mirano a semplificare la vita del cittadino.
Uno di questi progetti, nello specifico, riguarda i cosiddetti Treni Proiettile, i convogli ad alta velocità che viaggiano su una serie di linee collegate tra loro. In pochi decenni, grazie a queste linee (denominate Shinkansen) il Giappone ha saputo investire saggiamente nel settore dei trasporti, dando vita a qualcosa di eccezionale. I treni ad alta velocità, infatti, con una percentuale irrisoria di rischi e un’efficienza incredibile, percorrono a tutte le ore gran parte dell’isola, permettendo a lavoratori pendolari, a studenti e a chiunque lo desideri, di spostarsi nel minor tempo possibile. Sembra futuro, ma è realtà.

Cosa sono le linee Shinkansen

Il termine giapponese Shinkansen è oggetto di qualche confusione da parte degli occidentali. Viene infatti spesso considerato il nome con cui vengono chiamati i treni ad alta velocità, quando in verità “Shinkansen” (letteralmente “nuovo tronco ferroviario”) è la linea su cui i treni proiettile viaggiano. I singoli convogli, i Super Espressi caratterizzati da una velocità massima davvero elevata, sono invece chiamati dangan ressha, appunto “treni proiettile”.
A differenza dei convogli classici, che possono viaggiare su linee tradizionali, i Super Espressi giapponesi hanno delle caratteristiche tali da rendere loro impossibile viaggiare sugli stessi binari degli altri treni. Per questo sono nate le linee Shinkansen, appositamente studiate e progettate per accogliere mezzi di trasporto molto particolari, capaci di sfruttare la corrente elettrica per raggiungere altissime velocità. Sebbene il progetto iniziale sia stato molto ambizioso, causando non poche difficoltà alle aziende coinvolge nella sua realizzazione, gli investimenti destinati alle linee Shinkansen hanno dato nel corso degli anni ottimi frutti, tanto che oggi queste linee sono sicurissime, organizzate e precise nel dettaglio e dalle funzionalità eccellenti.
Essendo inoltre un mezzo che sfrutta l’energia elettrica, il treno giapponese ad alta velocità ha anche il compito di ridurre notevolmente l’inquinamento, abbassando il traffico nelle diverse città e agevolando questo genere di trasporti.
Attualmente sono attive sei linee: la Tokaido Shinkansen, che va da Tokio a Osaka, la Sanyo Shinkansen, da Osaka ad Hakata, la Tohoku Shinkansen, da Tokyo ad Hachinohe, la Joetsu Shinkansens, da Omiya a Niigata, la Hokuriku Shinkansen/Nagano Shinkansens, da Takasaki a Nagano e infine la Kyushu Shinkansen, che va da Yatsushiro a Kagoshima.

Un po’ di storia

Erano gli anni ‘30 quando i giapponesi cominciarono a riflettere sull’importanza di investire nell’alta velocità. La presenza di molte linee separate rendevano il sistema ferroviario locale meno efficiente del dovuto. Per questo motivo le Ferrovie Nazionali Giapponesi, soprattutto nella persona del suo primo presidente Shinji Sogō, iniziarono a stanziare fondi per dare vita a nuove linee adibite ai trasporti veloci. Nonostante la battuta d’arresto dovuta alla Seconda Guerra Mondiali e alla conseguente crisi economica, alla fine degli anni ‘40 (in corrispondenza con la crescita de Paese e con la ripresa dello spostamento di merci) la progettazione delle linee Shinkansen continuarono, diversamente da molti altri Paesi, che puntavano più sul traffico aereo e sui mezzi su strada.
Alla fine degli anni ‘50 il progetto si trasformò in una concreta lavorazione, che porto all’inaugurazione di una sezione della linea nel 1962. Nel 1964 le prime componenti della Shinkansen fu ufficialmente attiva, giusto in tempo per le Olimpiadi di Tokyo, e suscitarono un enorme successo, nonostante il costo del progetto superasse di molto le aspettative (circa il doppio!).
Grazie ai Treni Proiettile (così chiamati non solo per la loro velocità, ma anche per la forma dei primi convogli), i tempi di percorrenza delle linee si ridussero moltissimo, facilitando gli spostamenti dei lavoratori pendolari, degli studenti e di chi viaggiava su lunghe distanze. l’ottimo funzionamento della linea Shinkansen contribuì a rendere i Treni Proiettile i mezzi di trasporto più usati.
Non mancarono ovviamente aggiunte e migliorie. Nei decessi successivi ai primi convogli se ne aggiunsero di nuovi e i primi segmenti di Shinkansen furono prolungati fino a ricoprire l’intera isola. Negli anni 2000 il progetto fu sottoposto a un rinnovo, che mandò in pensione molti dei mezzi originari, considerati ormai obsoleti, e diede vita a convogli nuovi e ancora più performanti.
La velocità raggiunta da alcuni di essi, i più potenti, arrivava addirittura ai 600 km/h, in tutta sicurezza.

Velocità e sicurezza

Considerando la velocità incredibile che i treni proiettile riescono a raggiungere, verrebbe da pensare istintivamente a quanto possano essere pericolosi e a quale disastro potrebbe verificarsi se ci fosse un deragliamento.
Uno dei principali vantaggi dei è al contrario la loro estrema sicurezza. Nonostante la loro rapidità sconvolgente, dalla loro primissima corsa fino a oggi gli incidenti avvenuti si possono contare sulle dita di una sola mano, con conseguenze poco gravi.
Il primo deragliamento è avvenuto nel 2004 in occasione del terremoto di Chuetsu, ma non ha causato né morti né feriti. Il secondo incidente, con le stesse conseguenze non gravi, si è verificato nel 2013, durante una bufera di neve che ha provocato un altro deragliamento. La causa degli avvenimenti non è dunque da imputare a malfunzionamenti dei convogli, delle linee o del servizio, ma ad agenti esterni che hanno messo a repentaglio gli spostamenti in determinate zone.
La sicurezza viene ricercata ogni giorno nel servizio reso al viaggiatore. Per evitare incidenti o cadute al di sotto della banchina, quest’ultima è collocata vicinissima al mezzo, in modo che non ci siano spazi tra esso e il pedone in fase di discesa o salita.
Un’ulteriore prevenzione è portata avanti dai cosiddetti Doctor Yellow, dei convogli gialli adibiti al monitoraggio delle linee durante le ore notturne, alla ricerca di eventuali malfunzionamenti, danni o problemi di vario tipo.

Comodità, cortesia e precisione

Come spesso avviene in Giappone, anche le linee Shinkansen e i convogli che le percorrono rispettano severi criteri di ordine, precisione e cortesia. Viaggiare su un treno proiettile non è dunque solo conveniente, per via della loro velocità, ma è anche un’esperienza confortevole e gradevole. La cura con cui il servizio viene prestato al viaggiatore è estrema e comincia già dall’attesa del mezzo. Nelle stazioni le banchine sono organizzate in modo da garantire meno confusione possibile tra i passeggeri. Appositi spazi sono delimitati a terra, per segnalare dove le diverse porte del convoglio si fermeranno con precisione, in modo che le persone possano attendere pazientemente l’arrivo del mezzo e salire senza trambusto. Ad alimentare questa ricerca di ordine e comodità contribuisce anche il fatto che l’elevata velocità dei mezzi, che permette di viaggiare in giornata, diminuisce la percentuale di passeggeri dotati di bagaglio pesante.
A bordo vige la stessa meticolosità: i sedili sono regolabili e orientabili nella direzione preferita dai viaggiatori, anche se solitamente sono disposti nella stessa direzione del convoglio. Alcune zone sono destinate a chi desidera un’aria condizionata meno aggressiva o a chi predilige il silenzio assoluto.
Gli annunci relativi agli arrivi e alle partenze (e agli eventuali, rarissimi ritardi) sono di una precisione millimetrica, poiché sono in grado di avvertire i passeggeri del tempo esatto che manca dall’arrivo alla prossima stazione, in modo che chi necessita scendere possa prepararsi nell’arco di tempo più sicuro e comodo.