Erotismo e sessualità in Giappone

Pulsioni (non tanto) nascoste: la sessualità giapponese
Non è certo un segreto che i giapponesi siano caratterizzati da passioni abbastanza estreme: basti pensare ad esempio alla predilezione che nel Paese vi è per le ragazze davvero giovani in tenuta da scolaretta, che qui in Italia trova minor riscontro. Tuttavia, la cultura giapponese è affascinante proprio perché ad un livello di pulsioni davvero molto legate agli istinti primordiali fa da contrappeso una società estremamente pudica, che non lascia particolare spazio a questo tipo di manifestazioni e soprattutto tende a reprimere il più possibile.
Come del resto nella maggior parte dei paesi moderni, la prostituzione non è assolutamente tollerata a livello legislativo. Nonostante ciò, i locali che offrono del sesso sono tra i più frequentati. Apparentemente conosciuti come sale massaggi, questi esercizi sono in realtà posti nei quali un pubblico maschile si reca al fine di farsi coccolare dalla ragazza di turno in un senso ben più ampio di quello del semplice contatto fisico a scopo curativo. Al di fuori si trova la locandina delle ragazze disponibili all’interno, in una lista che riporta descrizioni complete di prestazioni sessuali favorite e gusti in termini di uomini. La popolarità di questi locali riflette un popolo diviso tra una facciata estremamente rispettosa e all’insegna della cordialità e delle pulsioni che fanno fatica ad essere represse. Per loro natura, tali esercizi commerciali sono spesso in mano alla criminalità organizzata: ecco perché è assolutamente preferibile non farvi ricorso a meno che uno non sia assolutamente consapevole di stare compiendo un’azione abbastanza illegale, pur se abbastanza tollerata. Tuttavia, nel caso la polizia volesse colpire uno di questi locali, i rischi connessi sarebbero davvero alti. Una volta entrati, viene detto esplicitamente dal gestore al cliente che non verrà in alcun modo proposto del sesso, eppure la realtà dei fatti sarà da subito ben diversa, poiché la ragazza prescelta vi condurrà in una stanza, vi spoglierà e laverà almeno una volta, per poi passare a regalare del piacere orale e offrire di concludere il tutto, all’apparente insaputa del gestore, che con questa scusa potrà giustificarsi di fronte ad un controllo. Questi locali dove il sesso viene trattato come merce, pur non dichiarata, riflettono perfettamente l’approccio verso la sessualità in Giappone, dove le pulsioni sono molte e spesso assai particolari, ma la società tende a guardare dall’altra parte al fine di ignorarle.

Erotismo on demand: l’esempio delle Deli Girl
Un’alternativa a questo tipo di locali è quello di frequentare delle cosiddette Deli Girls, ossia delle ragazze che arrivano a domicilio e possono essere contattate tramite i vari siti, generalmente di proprietà di un’agenzia specializzata. All’interno del sito si trovano liste di profili con nomi ovviamente non reali e determinate preferenze: a ben vedere questa consuetudine altro non è che la trasposizione in modalità on demand del tipo di servizio che si può trovare nei centri massaggi.
Nonostante sia illegale, come del resto la prostituzione, sono moltissimi gli uomini giapponesi i quali, spesso non soli bensì accompagnati anche da colleghi e conoscenti, si recano presso i centri massaggi oppure richiedono la presenza di Deli Girls. Non stupisce tutto ciò se si considera che in media un giapponese ha a disposizione poco tempo durante la settimana per procacciarsi compagne in maniera tradizionale. Questo aspetto a sua volta alimenta il fatto che in generale i nipponici possano essere percepiti come timidi, in particolare se confrontati con i popoli latini, i quali per cultura hanno molte più occasioni ed inclinazioni verso una socializzazione molto più spontanea con l’altro sesso.

Hentai, la versione porno degli onnipresenti manga
Il termine hentai, conosciuto prevalentemente al di fuori del Giappone come sinonimo di categoria pornografica, vanta in realtà origini locali abbastanza peculiari. Con questo termine infatti si era soliti indicare tutti i comportamenti cosiddetti devianti in ambito sessuale. Mentre all’estero hentai è divenuto sinonimo di manga ed anime con disegni a sfondo erotico e molto espliciti, in realtà con questa parola si vuole specificare una generica perversione, che può esplicarsi in molti modi diversi a seconda delle singole preferenze. L’arte erotica giapponese è ad oggi forse una delle forme più conosciute, ma il look moderno delle illustrazioni non dovrebbe trarre in inganno: le origini sono decisamente antiche e possono trovare i primi esempi illustri già a partire dal diciottessimo secolo. Il denominatore comune dell’hentai e dello shunga si può ritrovare anche in aspetti molto più comuni, come ad esempio nelle illustrazioni poste sulle confezioni delle mutandine per ragazza. Il mix di pudico e sadico, perversione ed innocenza è forse quel che più identifica la sessualità giapponese, caratterizzata da una predilezione per ragazze giovani in versione scolaretta. In linea generale, l’approccio al sesso in questa nazione riflette fortemente aspetti identitari eccentrici della sua popolazione e come tale riveste un’attrattiva del tutto peculiare per gli stranieri che si trovano a visitarla. Forse più di altri Paesi dove il sesso permea apertamente la cultura popolare ed è meno demonizzato, il Giappone esprime un forte legame con i suoi elementi ancestrali attraverso ciò che viene considerato attraente e cosa al contrario non lo è. Si tratta di un aspetto molto interessante, che non può prescindere da un’immersione totale nella cultura unica di questo popolo.